Nella Livorno ancora distrutta dai bombardamenti e dove le biciclette la facevano ancora da padrone, iniziarono a girare per la città dei grandi cartelli pubblicitari - almeno così dovevano sembrare a quell'epoca - corredati di ruote e trainati da biciclette o tricicli, che richiamavano l'attenzione sui primi spettacoli del dopoguerra. Erano cartelli della "PUBBLIVELOX".
Coniugando la curiosità giornalistica e la sua vena artistica in una macchina fotografica, Enrico dette vita ad una nuova sigla, la "PUBBLIFOTO", un'antenata delle agenzie fotografiche che documentava gli avvenimenti di cronaca per la stampa.
Il "PUBBLIFON", invece, è stata un'altra grande intuizione di Enrico: doppiava in "diretta" i primi film d'oltreoceano, leggeva i fonogiornali nelle sale cinematografiche, annunciava le formazioni allo stadio, presentava spettacoli, premiazioni e manifestazioni. Con la "PUBLISTUDIOS", prima, e la "PUBBLISTRADE" poi, la sua inventiva tecnica e la sua vena artistica si riversarono nella progettazione, realizzazione ed installazione di mezzi pubblicitari di ogni tipo.
Anche la pubblicità retroilluminata è stata una sua invenzione, soprattutto nella possibilità di realizzarla a costi molto bassi. Con tela di cotone incorniciata e verniciata con delle semplici tempere lavabili, un cassone di legno e qualche tubo al neon all'interno, Enrico inventò i cartelli retroilluminati monofacciali o bifacciali. L'esperienza maturata in questo colosso del settore, lo portò a dar vita ad un altro ramo della sua impresa, la "PUBBLISTADIO". In pochi anni riuscì ad aggiudicarsi le concessioni esclusive per la pubblicità all'interno di numerosi campi da gioco: Livorno, Viareggio, Grosseto, Forte dei Marmi, Pontedera, Seravezza, e tanti altri campi minori.